chi sono

Mi presento

Architetto…nel SOCIALE, Professoressa…di ARTE, Mamma…di VIOLA, LaFra…di BEPPEB.

Seduta sul sedile posteriore di una macchina familiare accanto alle mie sorelle gemelle più piccole, cerco di capire quale gocciolina di pioggia taglierà per prima il traguardo alla fine del finestrino, mentre penso al perchè tutte le automobili che conosco abbiano i tasti per alzare ed abbassare tutti, ma proprio tutti, i finestrini, davanti e non dietro. Non è giusto! 

”Da grande inventerò un’automobile al contrario: i bambini sui sedili posteriori avranno pulsanti per decidere quanto e quando alzare i finestrini,  anche quelli davanti, e poi potranno alzare la musica e cambiarla e persino tirare una tenda che li separa per non essere disturbati mentre giocano!”

Non so se a 40 anni ci si definisca ‘grandi’; quello che so invece è che osservare, disegnare e progettare, sono le azioni che accompagnano ancora tutti i miei giorni e farlo per le persone, grandi e piccole, dà un senso profondo al mio agire da molti anni. 

Mi laureo in Architettura al Politecnico di Milano nel 2004, fondo una cooperativa sociale  dove per circa 12 anni gestisco l’area comunicazione e marketing e progetto servizi per la collettività, dal 2012 insegno continuativamente Arte nella scuola secondaria. Ho condotto e gestito più di 100 laboratori per grandi e piccini. 

Realizzo progetti e prodotti di design intesi come traduzione concreta di una lettura multidisciplinare del contesto e di visione ‘olistica’ della persona. La ricerca in questo ambito è iniziata nel 2013 con una collaborazione durata 3 anni nel dipartimento di Design del Politecnico di Milano basata sul design di prodotto come strumento concreto di ascolto attivo della persona, di lettura dei bisogni e del contesto sociale.
Mi piace progettare e investire il mio tempo principalmente per creare innovazione e progetti per l’infanzia e l’adolescenza.



Puoi leggere e scaricare il mio curriculum vitae: eccolo!
“Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare.”

BRUNO MUNARI